Il Silenzio ci racconta-una mattina al cimitero monumentale

Il Silenzio ci racconta-una mattina al cimitero monumentale

Il silenzio ci racconta è l’ultimo tour di Quartourismo, un percorso che ci ha visto nuovamente incontrare i viali alberati del cimitero monumentale di Quartu. Un tour, ampliato e riscritto, in un cimitero che “parla”, ci racconta e ci fa scoprire ogni volta qualche piccolo segreto. I cimiteri monumentali, per naturale evoluzione, perdono quel senso di morte così lontano da noi per trasformarsi in veri e propri musei a cielo aperto dall’indubbio stile Neoclassico e Liberty.

Il Silenzio ci racconta-una mattina al cimitero monumentale

Un museo tra i cipressi

I bambini, i piccoli protettori del Cimitero

Come piccoli angeli, tumulati all’ ingresso del cimitero quasi a protezione dello stesso, i bambini sono ricordati con epitaffi struggenti. Come nella statua funebre di Efisino Devoto (“cattivo, perché non ti svegli?”), nel cimitero monumentale di Bonaria, il ricordo dei bambini è quello più sofferto. La lapide di Daniele Paulis, di soli dieci mesi, prima in assoluto posata nel nuovo cimitero inaugurato nel 1876, affidata alla storia del nuovo camposanto, ha inaugurato il percorso. La piccola e misteriosa statua di una bimba senza nome ha incuriosito i partecipanti rapiti, come noi, dalla grazia e dalla dolcezza delle sue fattezze, così come il monumento funebre di Alfreduccio Rosas, di Gigietta Murgia e delle altre piccole anime della prima parte del percorso dedicata agli “angeli”.

Il Silenzio ci racconta-una mattina al cimitero monumentale

La bimba misteriosa

Una lapide importante
Il Silenzio ci racconta-una mattina al cimitero monumentale

Lapide di Andrea e Ubaldo Prevosto

I partecipanti al tour hanno avuto modo di visitare una tomba molto importante dal punto di vista storico. La lapide di Andrea Prevosto, datata 1873, ha un dato certo: è l’unica testimonianza autentica-e scritta-di traslazione dal vecchio cimitero della chiesa di Sant’Elena al nuovo monumentale, inaugurato tre anni dopo la sua morte.

Ma ripercorriamo i fatti:

L’esigenza (e l’urgenza) di costruire un nuovo cimitero si verificò per molteplici motivi, da rintracciare principalmente nelle questioni igienico sanitario-il rischio di epidemia era altissimo-e di aumento demografico. Senza tralasciare le leggi Napoleoniche del 1804, determinanti, e che vietavano le sepolture nelle chiese e nelle città. Il vecchio camposanto era posizionato sul lato sinistro della chiesa di Sant’Elena e disponeva di fosse comuni e un piccolo locale per le autopsie. Ed è proprio in questo cimitero che le spoglie di Prevosto hanno riposato per prime. Probabilmente non sono le uniche che hanno avuto il “privilegio” di essere trasferite nel nuovo cimitero ma sono le uniche ad avere, in qualche modo, un autenticazione scritta, come si evince proprio dalla lapide che recita :”Trasportate dal vecchio cimitero qui riposano le spoglie di Andrea Prevosto…”.

Il Silenzio ci racconta-una mattina al cimitero monumentale

Si sosta e si parla d’arte e del Sartorio

Nel momento in cui la morte si trasforma in arte, la storia è per sempre impressa
Il Silenzio ci racconta-una mattina al cimitero monumentale

Famiglia Cadoni-monumenti funebri del Sartorio

E’ stato proprio questo uno dei lei motiv del tour. Il cercare di afferrare il concetto di morte e riplasmarlo in concetto di bellezza artisitica. Nel momento in cui le famiglie dei defunti si estinguono, queste sono affidate per sempre ai monumenti funebri, alle tombe e alla storia. In questo modo la loro memoria permane e viene arricchita dalla bellezza dell’arte. Il riferimento più scontato è quello che rimanda a quel Michelangelo dei Morti così noto in Sardegna e così attivo nel cimitero di Bonaria così come a Quartu, Iglesias e Sassari. Giuseppe Sartorio è riuscito a fare della morte un momento di contemplazione artistica. E il cimitero di Quartu è ricco di sue opere. Durante il percoso abbiamo potuto ammirare, tra gli altri, l’imponente monumento alla famiglia Dessì Cappai, subito arricchito da una leggenda che riguarda il capostipite della famiglia; alcuni pregevoli bassorilievi ma, soprattutto, i monumenti funebri della famiglia Cadoni. Autentici capolavori, viene difficile pensare che per plasmare opere di tale bellezza non sia necessario un trasporto emotivo. Qualcosa di più profondo di una semplice commissione artistica. Quasi un “legame” con il committente e con il defunto.

Il Silenzio ci racconta-una mattina al cimitero monumentale

Famiglia Cadoni. Sullo sfondo San Pietro di Ponte

Sartorio sembra realmente cogliere l’essenza della persona in vita e capirne conseguentemente la morte. I monumenti a Luciano Cadoni e la sorella Maria, entrambi morti a 25 anni, figli di una famiglia sfortunata che perse anche il primo figlio a soli 4 anni, ci parlano. Ci raccontano la loro storia attraverso lo scalpello del Sartorio. Così apprendiamo che Luciano era un laureando in medicina: la sua posa sognante e accademica, quasi da pensatore (quasi alla Rodin, per intenderci), guarda in direzione della chiesa di San Pietro di Ponte e pare sognare un futuro da medico. Anche il classico bassorilievo bronzeo con la scena di un infermo curato, così come il bastone di Asclepio (antico simbolo greco della medicina) rimandano alla professione di Luciano. Lo splendido verticalismo, il panneggio della veste e il giglio che corre lungo il corpo della giovane Maria, sembra fondersi con i cipressi del viale tanta è l’armonia che queste forme Liberty creano. I nostri visitatori, piacevolmente affascinati da tali opere, hanno sostato attorno ad esse creando un momento di dialogo e scambio sull’arte del Sartorio. Infine, una piccola curiosità: l’ubicazione dei monumenti non è casuale, il terreno su cui sorge il nuovo cimitero apparteneva, infatti, in parte alla famiglia Cadoni.

Il Silenzio ci racconta-una mattina al cimitero monumentale

Di fronte al monumento Dessì Cappai

Ricchezza e benevolenza

Due parole che spesso, se affiancate, stridono. Quando l’avidità non esiste, esistono storie di benevolenza come quella della famiglia Dessì Dedoni, nella figura di Donna Aurelia. Vedova e senza eredi, donò la sua casa per la costruzione dell’asilo G.B Dessì, intitolato al figlio scomparso in guerra sull’altopiano di Asiago. Ubicato nella piazza omonima, la stessa  nella quale risiede l’attuale mercato comunale e che una volta ospitava “sa pedra mulla”, l’antica pietra miliare di epoca romana. Inaugurato nel 1923, ospitò tanti orfani, bisognosi e bambini. Da circa dieci anni, l’asilo è un ente morale senza scopo di lucro.

Una storia di generosità è anche quella del dottor Alfredo Rosas, dalla tomba modesta come il suo carattere. Fondatore della Ferrini e del Basket Quartu, fu un medico stimato dalla popolazione quartese. Dai ricordi della moglie Coccola Mainas, emerge la figura di un uomo devoto alla causa. Dare conforto agli altri era una vera e propria missione. Data la sua grande generosità per lui non esistevano ricchi e poveri. A questi ultimi era solito non far pagare.

Animatori della vita economica: i Rosas e i Capra
Il Silenzio ci racconta-una mattina al cimitero monumentale

Cappela Capra

Ancora una volta ci siamo trovati a parlare della famiglia Capra. Come nei precedenti tour, è stato dato ampio risalto alla famiglia che, nel giro di un secolo, riuscì a compiere imprese nel campo dell’economia e della distillazione. Dalle distillerie, alle fabbriche di gassosa, dal cinema alle tramvie del Campidano, i Capra hanno segnato la vita quartese a cavallo degli ultimi due secoli. La cappella a loro intitolata è la prima del nuovo cimitero.

Ma anche i Rosas furono artefici di un miracolo quartese: un’impresa di tipo imprenditoriale portò a fondare il grande pastificio Rosas che divenne per importanza il secondo della Sardegna. Cessò l’attività solo nel 1965.

Gli immancabili Contus

Appuntamento ormai immancabile dei nostri tour, is contus de forredda hanno animato varie tappe del percorso . Alimentati dalla tradizione orale, anche le storie dei cimiteri nostrani e degli spiriti notturni hanno fatto breccia nell’immaginario collettivo. Abbiamo parlato di apparizioni, di gothic novel, di fantasmi e fuochi fatui e, ancora una volta, abbiamo raccontato l’ ironico racconto  di Fiebeddu e Antoniccu. In un’ambientazione decisamente dark come quella del vecchio cimitero di Quartu, l’elemento della morte non è altro che lo sfondo di una storia di superstizione. Il vero protagonista della storia è proprio il cimitero: Come un catalizzatore, ogni evento è collocato al suo interno, e ogni avvenimento avviene grazie, o meglio, a causa sua.

Un’ospite speciale

Ospite del tour Il silenzio ci racconta è stata la professoressa Luisa Contis autrice, insieme a Giulia Carta e gli allievi dell’Istituto Primo Levi di Quartu, del libro Minoranze Silenziose, fondamentale per la realizzazione di questo tour. Un’opera che rappresenta il più preciso e grande studio sul cimitero monumentale di Quartu. Attraverso un minuzioso lavoro di ricostruzione, reso possibile anche grazie all’utilizzo di fonti d’archivio, il libro ricostruisce l’intera storia della città a cavallo degli ultimi due secoli attraverso i suoi personaggi, i monumenti funebri, le lapidi  e gli avvenimenti storici che l’hanno contraddistinta. Un documento fondamentale per uno spaccato non solo storico, ma anche artistico e dall’indubbio valore culturale. Minoranze Silenziose è un libro che merita di essere riscoperto e ristampato per continuare a tramandare la storia, questa volta, attraverso le sue fonti scritte.

Il Silenzio ci racconta-una mattina al cimitero monumentale

Minoranze Silenziose

 

La professoressa Contis, oltre a offrire nuovi spunti su alcuni monumenti, ci ha deliziato con un contu inedito che proporremo in forma integrale nel consueto appuntamento del mercoledì . A lei e ai nostri visitatori, sempre così attenti e partecipativi, vanno i nostri ringraziamenti.

fonti:

Minoranze silenziose, a cura di Luisa Contis, Giulia Carta e gli allievi dell’Istituto Primo Levi

Quartu-Cento anni di Storia di Cenzo Meloni

 

 

Liked it? Take a second to support Quartourismo on Patreon!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *