Il turismo come esperienza emotiva

Il turismo come esperienza emotiva

L’eventualità di poter fare turismo in ogni luogo è, a tutti gli effetti, una possibilità. Il turismo come esperienza emotiva può trasformare questa possibilità in realtà. Ogni luogo ha una storia da raccontare, e ogni storia e luogo meritano di essere raccontati e scoperti. Lo scarso appeal di un territorio è derivato da una non corretta percezione del luogo. Ciò non significa una mancanza di punti di forza sui quali puntare, ma occorre ragionare su come questi vengano percepiti dal visitatore: occorrono tutta una serie di azioni e strumenti adatti a far sì che il territorio venga “notato” dal viaggiatore. In tal modo, si creerà un’attrattività che fara sì che il soggiorno non si trasformi in un semplice viaggio di passaggio o, per rendere ancora meglio l’idea, in un viaggio mordi e fuggi verso altre località. Un’ eventualità altamente rischiosa e che può crearsi per svariati motivi: un prezzo minore delle strutture ricettive; il già citato scarso appeal turistico, la non corretta percezione del luogo e la vicinanza geografica con attrazioni culturali più rinomate o dotate di un’attrattività più forte sul mercato.

Il turismo come esperienza emotiva concorre a migliorare la percezione del luogo e crea, di fatto, un meccanismo virtuoso che permette la valorizzazione del territorio. Lo schema riassume efficacemente questa pratica:

 

Il viaggio come esperienza emotiva

Il viaggio come esperienza emotiva

Il ruolo centrale è quello del viaggiatore. Perché  lo chiamiamo viaggiatore e non turista? Quali sono le differenze?

In una concezione moderna di turismo, riteniamo importante definire i due termini e coglierne le differenze.

La concezione di turista è legata principalmente al business e alla cultura di massa del viaggio e implica:

  • mercificazione di un luogo e vendita dell’esperienza: Con mercificazione del luogo intendiamo una pratica legata al profitto e al business. Non si crea qualcosa che rimane nella memoria, non si crea un’esperienza. Si crea immediatamente l’aspettativa su ciò che ti hanno venduto. Un po’ come succede nel turismo di massa e con la legge dei grandi numeri, l’opposto del turismo culturale.
  • errata percezione/mancanza di esperienza emozionale: è la prima conseguenza della mercificazione del luogo. Si crea un’errata percezione del luogo che porta il turista ad aspettarsi letteralmente ciò che gli è stato venduto. Ciò determina una mancanza di quell’esperienza emotiva che “lascia il segno”.

Il viaggiatore intraprende il viaggio per ragioni diverse che esulano dai punti sopraindicati:

  • Esperienza emozionale: si viaggia in cerca della meraviglia, dell’esperienza personale e di qualcosa che rimarrà per sempre impresso come esperienza di viaggio. Siamo naturalmente composti da emozioni, in questo contesto dunque il viaggiatore è pienamente cosciente e pronto a farsi “stupire” dai luoghi che decide di visitare. Ciò concorre a una corretta definizione di turismo come esperienza emotiva.
  • Esperienza autentica: il viaggiatore alla ricerca dell’esperienza va alla ricerca delle origini del luogo, si documenta, si appassiona e parla con la gente del luogo. Vuole conoscerne le tradizioni e entrare in sintonia con l’ambiente e la sua gente. Ciò scongiura il cosidetto fenomeno dello shock culturale, termine utilizzato per descrivere i sentimenti di ansia, smarrimento, disorientamento e confusione che una persona prova a contatto con una cultura diversa.
  • Turismo culturale: si crea l’esatto opposto del turismo mordi e fuggi, spesso legato ai grandi numeri dei viaggi organizzati. La sosta del turismo culturale può sì essere veloce, ma lascia altresì il segno: il viaggio verso paesi che ospitano importanti mostre, esposizioni e concerti, è un trend che sta sempre più prendendo piede. Fenomeno favorito anche dalla nascita delle compagnie low-cost che hanno permesso ai viaggiatori di concedersi un viaggio per  eventi particolari, anche per un periodo brevissimo.
  • Non si crea un’aspettativa: la vendita di qualcosa di preconfezionato implica un’aspettativa verso il viaggio. Questa non contempla l’esperienza negativa. Si ritorna dunque al concetto di “aspettarsi ciò che si è comprato”. Nel caso del viaggiatore alla ricerca di un’esperienza, questo viene scongiurato. Sarà così che il viaggiatore sarà pronto ad assumersi il rischio che “non tutto vada per il verso giusto” e considererà questo parte dell’esperienza. Di fatto, l’esperienza emozionale del viaggiatore, è uno stato mentale.
Il turismo come esperienza emotiva

Il cammino di Santiago, un esempio di esperienza emotiva e spirituale (foto www.esperienzapellegrinaggio.it)

Il turismo emozionale in Quartourismo

Abbiamo espresso il concetto di meraviglia davanti al “bello”, sia esso inteso come il bello di un’opera d’arte, un museo (come è possibile non emozionarsi quando si entra al Louvre?) o una bellezza naturale. Noi di Quartourismo abbiamo fin dall’inizio cercato di entrare nel merito del bello che c’è in ogni luogo. Ci occupiamo di turismo culturale e di rivalorizzazione del territorio volta a creare una nuova consapevolezza che, a sua volta, creerà le basi per accrescere la vocazione turistica della città. Basandoci sullo schema del turismo comesperienza emotiva, abbiamo sviluppato un progetto che potesse coinvolgere emotivamente il residente. Proprio da lui partirà la riscoperta del territorio.

Il turismo come esperienza emotiva

Il turismo come esperienza emotiva in Quartourismo


Come abbiamo agito?

Atraverso i moderni metodi di comunicazione social è stata avviata la parte relativa alla divulgazione. A una prima fase di studio della storiadel territorio, tra non poche difficoltà dovute alla limitata produzione cartacea e all’impossibilità di consultare fonti d’archivio si è affiancato, successivamente, un approccio di tipo operativo “sul campo”, mediante la progettazione di itinerari guidati. E’ proprio attraverso queste due necessarie e imprescindibili fasi che abbiamo provato a mettere in moto il circolo virtuoso di cui sopra. Attraverso i tour guidati, con i quali abbiamo instaurato un reciproco scambio con i partecipanti e attraverso l’emozionalità dell’esperienza con il racconto di aneddoti, leggende e ricordi personali mediante i quali è stato possibile ripercorrere le fasi storiche della città e offrirne, allo stesso tempo, uno spaccato di vita d’altri tempi. Un esempio calzante è stato il tour “Contus e Istoria“, nel quale i partecipanti sono rimasti meravigliati dalla piccola chiesa di Santa Maria di Cepola, un autentico contenitore di mille anni di storia. I supporti multimediali rappresentati da foto e video sono stati ugualmente determinanti per veicolare il messaggio, e ci hanno permesso di mettere in risalto, attraverso il connubio emotivo immagini/musica, il bello del luogo.

Il turismo come esperienza emotiva

Il tour contus e istoria,nel quale la meraviglia si è manifestata attraverso la visita alla chiesa di Santa Maria di Cepola

Il turismo come esperienza emotiva

Esempio di fotografia di tipo emotivo, in grado di cogliere il bello del luogo. Foto di Federico Branca, nostro fotografo e videomaker

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