Il nuraghe Diana – Tra archeologia e leggenda

Il nuraghe Diana – Tra archeologia e leggenda

Per chi volesse fare un po’ di trekking, nell’area campestre e collinare di Quartu troverebbe varietà a non finire, sia dal punto di vista naturalistico con le meraviglie offerte dal Monte dei Sette Fratelli, in uno tra i più estesi parchi della Sardegna, sia per un giro in bicicletta (un po’ di cicloturismo non fa mai male), o per una particolare caccia al tesoro dal sapore nuragico. Il territorio di Quartu ospita infatti insediamenti archeologici di varia natura, tra i quali ben 38 insediamenti nuragici censiti, tra i quali il celebre nuraghe Diana.

Il nuraghe Diana - Tra archeologia e leggenda

Il Nuraghe Diana

Situato sulla collina di Is Mortorius e visibile dalla batteria Faldi, il nuraghe presenta una copertura a tholos ed è classificato tra i nuraghe complessi.Oltre la torre principale è composto da tre torri collegate da cortine murarie che delineano una planimetria triangolare del tipo cosiddetto a tancato. È inquadrabile tra la fase del Bronzo finale e la prima età del Ferro. I primi studi sull’area vennero condotti dal professor Atzeni mentre i rilievi sono databili agli anni 50 del secolo scorso. I primi scavi risalgono invece all’anno 2000, sotto la direzione dell’archeologa Patrizia Zuncheddu e Giampietro Secci.

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L’interno del nuraghe

Caccia al nuraghe

Ammantato di storia e leggenda, è stato presidio militare – come l’intera zona – durante la seconda guerra mondiale con l’inserimento della postazione di avvistamento in cima al mastio principale. Il sito www.nuraghediana.it, presenta una mappa con la localizzazione di tutti gli insediamenti nuragici di Quartu e tratta in maniera cospicua anche gli insediamenti archeologici dell’intera zona, tra la collina e il mare.

Vi ricordate la caccia al tesoro di cui abbiamo parlato poco fa?

Non è  fortunatamente la stessa di cui parleremo tra poco, ma sicuramente è più divertente e meno pericolosa. Recentemente, per i fruitori dell’app per smartphone Telegram, è stata reso disponibile un interessante bot dedicato all’archeologia dal nome decisamente chiaro: Sardegna e Archeolgia. Realizzato dal programmatore Matteo Enna con gli open data messi a disposizione dal sito Nurnet, digitando semplicemente la località che si vuole esplorare, potremo avere a disposizione tutte le coordinate per arrivare a destinazione tramite la geolocalizzazione. Meglio di così! Che la caccia al nuraghe abbia inizio!

La maledizione del tesoro pirata

Talvolta, alcune leggende sono capaci di generare altri racconti di fantasia legati a misteriosi e affascinanti posti, specie, come in questo caso, se si tratta di località suggestive come Is Mortorius. Così alcune leggende s’intrecciano e generano misteriose storie di tesori nascosti dai pirati. Come nel caso del nostro nuraghe Diana.

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Is Mortorius

Impossibile non collegare immediatamente la zona alla nota leggenda della Capitana, l’amata del pirata – realmente esistito – Mujaid, abbandonata sulla terra ferma e condannata ad aspettare il ritorno del suo compagno per tutta la vita. Nella sua permanenza, il pirata avrebbe nascosto un grande tesoro in un pozzo all’interno della “strana torre” del nuraghe, al fine di poterlo ritrovare al suo ritorno.
Ma c’è di più. Perché quando la fantasia galoppa e la voce si sparge, è lì che la curiosità umana, mista all’avidità, può giocare brutti scherzi.

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La leggenda della capitana

Pare che più di qualcuno, nella ricerca ossessiva del famigerato bottino, si sia addentrato in pericolosi scavi non facendo più ritorno. Sul fatto che qualcuno lo abbia davvero cercato ci sono pochi dubbi conoscendo l’indole umana, ma c’è anche chi parla di una maledizione: alcune persone, dopo aver cercato invano il tesoro, sarebbero successivamente morte in circostanze misteriose pochi giorni dopo. Che le anime dei morti abbiano protetto il prezioso lascito del pirata Mujaid?

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Scogliera di Is Mortorius

Un misto di realtà e finzione, ancora una volta sul litorale di Is Mortorius, la località più bella e misteriosa del litorale quartese.

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Tornerà?


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