Per le vie di Quartu insieme ai contus de forredda

Per le vie di Quartu insieme ai contus de forredda

Per le vie di Quartu insieme ai contus de forredda, in uno scenario notturno di quelli adatti a raccontarsi le storie. Mai così vivi. Ok, non c’è il fuoco e non c’è il freddo, ma il focolare domestico, quello, sì. Ed è rappresentato dalle oltre trenta caldissime persone che sono accorse al primo tour in notturna del 2019.

Per le vie di Quartu insieme ai contus de forredda

Leggende e Contus della Quartu antica

Un percorso rinnovato

Leggende e contus della Quartu antica, alla sua seconda uscita in notturna dopo l’esordio nell’estate del 2018, è stato progettato con un percorso totalmente rinnovato. Un po’ per l’esigenza di coprire alcune zone non ancora battute dalla precedente edizione, un po’ per contestualizzare ancora di più alcuni contus – alcuni dei quali inediti – che sono emersi nell’ultimo anno.

Per le vie di Quartu insieme ai contus de forredda

Cimitero monumentale di Quartu

Un percorso semicircolare e notevolmente ampliato, che è partito dal cimitero monumentale di Quartu, per un viaggio a ritroso fino a quello vecchio – ormai scomparso -che si trovava nel piazzale della basilica di Sant’Elena. In mezzo sempre loro, protagonisti, i racconti della tradizione orale per le vie di Quartu.

I contus inediti

La magia avvolgente delle storie che si raccontavano un tempo è intatta. Non si spiegherebbe, altrimenti, il grande afflusso di visitatori interessati all’argomento. Il recupero della tradizione orale, ormai quasi del tutto estinta, è alla base dell’operazione di riscoperta dei contus de forredda operata da Quartourismo.

Per le vie di Quartu insieme ai contus de forredda

Croce di piazza 4 novembre

Nel grande calderone dei contus entrano dunque nuove suggestive storie, che abbiamo avuto il piacere di raccontare direttamente nei luoghi dove esse sono ambientate.

Sa funtana de is aggancius, la terribile condanna a morte del pozzo, una delle più feroci che mente umana abbia mai escogitato, ha preso vita in piazza 4 novembre. Nella serata decisamente estiva di questo inizio di giugno, i partecipanti si sono divertiti a identificare il luogo esatto nel quale sorgeva l’antico pozzo. E forse, insieme, ci siamo riusciti! Mistero misto a realtà, perché il pozzo è davvero esistito e le condanne a morte, probabilmente, pure esse.

 

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La tappa de su Grifoni Mannu

Tra storie di testimoni oculari di omicidi – lo strano caso della signora Crobedda – rivissuto direttamente nella contrada nella quale successe il truce episodio di cronaca, interessanti incontri direttamente dai balconi di via Lamarmora (la signora Alba Spiga ha aggiunto particolari interessanti sulla zona) e l’immancabile mazzamurreddu, giungiamo nel cuore del centro storico.

Un contu a sorpresa

La vera sorpresa del tour è stata la leggenda de Su Munsegnori, assolutamente inedita. È stata Nicoletta, partecipante al tour che ci ha raccontato questa leggenda in una precedente occasione, ad arricchirci di una storia che, proprio come succedeva una volta, le è stata raccontata dalla nonna. Evidentemente non tutto è perso. 

Uno dei contus sicuramente più terrificanti, quello de Su Munsegnori. Immaginate come ci si possa sentire nell’essere inseguiti da un sacerdote demoniaco. Con tutta la probabilità la tappa di piazza Sant’Efisio, teatro di questa leggenda e de Su Carrugocciu, è stata la più terrificante. Se poi, come complice, ci si mette pure il microfono che improvvisamente smette di funzionare, be’ abbiamo il quadro completo!

Per le vie di Quartu insieme ai contus de forredda

La chiesa di San’Efisio in una foto d’epoca

L’ultima tappa, che conclude il tour, è quella di Piazza Sant’Elena. Il percorso semicircolare si chiude con un grande classico: la leggenda di Fiebeddu e Antoniccu, presumibilmente ambientata nel vecchio cimitero cittadino.

Con un gruppo semplicemente fantastico, ordinatissimo nonostante il grande numero di partecipanti, il primo tour in notturna del 2019 si chiude all’insegna dei sorrisi e dei selfie con il mazzamurreddu, ormai divo assoluto.

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Ambito, ambitissimo mazzamurreddu!

La speranza c’è ancora: il grande riscontro del pubblico dimostra, qualora ce ne fosse bisogno, che la tradizione tramandata oralmente interessa ancora. Perché ci racconta della città e delle usanze dei tempi andati, ci ricorda che esiste un patrimonio che, seppur ormai silenzioso, affonda le radici nel passato e ci ricorda da dove veniamo.

 

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L’ultima tappa di piazza Sant’Elena

 

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Le foto dell’articolo sono di Caterina Sanna, Francesca Ferraiuolo e Luciana Puddu.

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