La leggenda del golfo degli angeli pt.I

La leggenda del golfo degli angeli

Non è la prima volta che parliamo di leggende legate al litorale. Tra pirati e misteriosi tesori, in luoghi pieni di fascino e leggenda, ci caliamo ogni volta nelle storie del passato che uniscono vicende realmente accadute a personaggi realmente esistiti. Ma, questa volta, andiamo oltre. Questa volta, i protagonisti sono creature celestiali e la Leggenda del Golfo degli Angeli è ciò che vogliamo raccontarvi.

La leggenda del golfo degli angeli

Il golfo degli angeli visto dalla Sella del Diavolo ph: www.12trip.it

Gli angeli e il desiderio di bellezza

Gli angeli e la ricerca del bello: questo è con tutta probabilità ciò che li porta ad avvicinarsi alla nostra isola. Non appena ricevevano da Dio il permesso di lasciare il paradiso, essi si rifugiavano tra i comuni mortali non solo per continuare il loro compito di protezione, ma anche per appagare il loro desiderio di bellezza. Per queste visite, con tutta probabilità definitive e votate a una seconda vita terrena di costante aiuto a coloro che ancora popolano la terra da vivi, sceglievano di volta in volta quei luoghi ai quali madre natura aveva profuso i propri doni.

Gli angeli di Giotto-Cappella degli Scrovegni

Gli angeli di Giotto-Cappella degli Scrovegni

La prima tappa: la Francia e la Baia degli Angeli

La leggenda narra che la prima tappa degli angeli del viaggio verso il bello riguardasse la Francia meridionale, nel tratto di costa che avremmo conosciuto tutti poi come Costa Azzurra.

Un nome sicuramente evocativo, del cui inventore – e delle sue opere – tutto sommato si sa poco. Sul sito www.marcopolo-cotedazur.com si apprende che:

 Nel 1887 il poeta e scrittore di Digione Stephen Liégeard pubblicava un volume dal titolo la Côte d’Azur. Non sospettava di aver inventato una regione geografica, non si aspettava di aver coniato la parola che sarà più pronunciata in Francia dopo… Parigi! Povero Liégeard! Dei 40.000 versi che scrisse, dei suoi numerosissimi volumi che affollano gli scaffali della Biblioteca Nazionale, nessuno sa o ricorda granché. Ma il titolo di un suo libro farà il giro del mondo e da più di un secolo ricorre sulla bocca di tutti per evocare una regione di sogno e dal mitico clima: la Côte d’Azur, la Costa Azzurra.

Costa Azzurra

Costa Azzurra, Provenza. ph: www.provenzafrancia.it

Appurato il fascino della costa meridionale, quando ancora non possedeva questo suggestivo nome, gli angeli decisero di insediarsi in questo tratto di paradiso terrestre. Non fu primo un tentativo felice a causa della litigiosità di quei popoli, che mal si adattavano ai dettami degli angeli. Ma costoro, benevolenti e speranzosi in un futuro incontro, vollero comunque lasciare a quelle genti un bel ricordo di sé: chiamarono col proprio nome quella insenatura che, in epoca successiva, avrebbe visto nascere la città di Nizza. Da quel momento la zona venne chiamata Baia degli Angeli.

Lungomare di Nizza

Baia degli angeli – Nizza ph: www.tripwolf.com

Il ritorno in Paradiso e il nuovo viaggio

Gli Angeli dovettero tornare in paradiso. Chiesero a Dio di poter scendere nuovamente sulla Terra per continuare la missione, sperando di trovare un luogo adatto a loro ma, soprattutto, un luogo di pace e dove gli uomini si amassero, senza distinzioni.

Ottenuto il consenso, ripresero la ricerca verso quel paese felice che li avrebbe potuti ospitare. Ma con grande amarezza trovarono solo odio, guerre, tradimenti e cattiveria. La speranza in loro cominciò a vacillare e l’essere umano, più passava il tempo, più si evolveva, più conquiste faceva, più la sua anima tendeva a marcire. L’autodistruzione pareva l’unica cosa possibile se non si fosse intervenuti per tempo per cui, ancora più determinati, intensificarono le ricerche.

Posarono gli occhi su una piccola isola nel Mar Mediterraneo, non tanto distante dalla Baia degli Angeli: la Sardegna.

La leggenda del Golfo degli Angeli FINE PARTE I

Golfo degli Angeli

La Sardegna vista dalla Stazione Spaziale Internazionale

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Fonte principale: Cenzo Meloni “Quartu-Cento anni di storia” per il racconto originale

Foto di copertina di Roberta Carboni

 

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