Le leggende si confermano protagoniste del centro storico
Le leggende si confermano protagoniste del centro storico. Con la terza edizione di Leggende e Contus della Quartu antica, abbiamo di nuovo intrapreso quel viaggio che più di una volta ci ha fatto tornare nel passato, ogni volta con qualche sorpresa e qualche nuova leggenda.
La visita alla chiesa di Sant’Efisio
La visita alla chiesa di Sant’Efisio è stata sicuramente la grande novità di questo tero episodio dedicato alla leggende della Quartu antica. Una scelta naturale quella di includere la visita alla piccola chiesa settecentesca di piazza Sant’Efisio: intorno ad essa, infatti, è ambientata più di una leggenda. Ricordate la Leggenda de su Munsegnori, forse il contu più terrificante che vi abbiamo mai raccontato? Immaginate l’amabile nonno della nostra storia che sfugge al sacerdote demoniaco rifugiandosi dentro Sant’Efisio, un contesto notturno e spettrale, una dose di superstizione q.b e abbiamo pronto il terrore impiattato e servito.
Storie analoghe
Ma c’è di più, perché la visita alla chiesa di Sant’Efisio – prima apertura eccezionale per un nostro tour – è anche conoscere il passato della città filtrato dalle sue vicende. Costruita nel 1728-1729 su terreno donato dalla nobildonna Maria Piras, la chiesa di impianto barocco è un altro di quegli esempi sulla scorta di Santa Maria di Cepola: retta dalla confraternita di Sant’Efisio, sopravvive grazie all’autosostentamento e alle offerte dei fedeli.
A spalancarci le porte dell’edificio è stato Salvatore Pau (ma lui preferisce essere chiamato Tore), priore della chiesa e Cicerone per noi in questa particolare occasione. Ascoltare la storia e le vicissitudini della chiesa ci ha fatto tornare ai nostri appuntamenti social del lunedì, quando parliamo di passato e riviviamo la storia della città.
Le altre tappe del tour
Le altre tappe del tour hanno interessato alcuni luoghi chiave delle leggende. Proseguendo il nostro viaggio, abbiamo raccontato l’ormai immancabile leggenda de Su Mazzamurreddu – il folletto vestito di porpora. Se prima era solo una star, ora addirittura è diventato un mito… nonché un rubacuori, come potete vedere nel commento scherzoso di una nostra seguace!
Il caso Crobedda
Un inquietante fatto di cronaca è stato invece il fulcro della tappa de Su Grifoni Mannu. L’omicidio denunciato Crobedda – con tutta probabilità antecedente il primo conflitto mondiale – ha messo in luce il coraggio dell’anziana donna, involontaria protagonista e testimone di questo episodio di sangue.
Sa funtana de is aggancius
Con l’ultima leggenda, il tema trattato è – se vogliamo -, ancora più sanguinoso: se la nostra Crobedda ha visto scaraventare un cadavere all’interno di un pozzo nella contrada delle Aje, è facile senza tanti sforzi ricondurre la vicenda alla terribile patibolo di piazza 4 Novembre: Sa funtana de is Aggancius, la fontana con all’interno i ganci che laceravano le carni del condannato a morte. Pochi passi ci dividono dal luogo nel quale si trovava e i teatri degli ultimi due contu sono strettamente collegati tra loro, in un ideale fil rouge leggendario. La caccia al tesoro sul punto esatto nel quale si trovasse rimane uno dei momenti più coinvolgenti per i visitatori. E anche per noi.
Un altro tour di Leggende e Contus della Quartu antica è passato, ma sarà un marzo ricchissimo e sempre all’insegna della riscoperta e della divulgazione. Un calendario di appuntamenti per tutti i gusti: dai tour classici, a quelli speciali; da quelli dedicati alle bellezze naturalistiche, alle gite fuori porta. Come sempre, onorando la nostra mission di base: quella di riscoprire il territorio.
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