Intervista allo scrittore Eder Secci – Un piacevole ritorno

Intervista allo scrittore Eder Secci – Un piacevole ritorno

Una chiacchierata con Eder Secci, già nostro amico e collaboratore con la scrittura di Contus-I racconti del focolare. Eder ci parla senza filtri dei suoi progetti attuali e di quelli futuri, in questo difficile periodo che induce a riflettere su noi stessi.

Intervista allo scrittore Eder Secci - Un piacevole ritorno

Intervista allo scrittore Eder Secci – Un piacevole ritorno

Molti lo conoscono già, ma lasciamo che si presenti nuovamente per chi ancora non ha avuto il piacere di conoscerlo!

Sono nato a Ruinas (Or) nel 1982 e trapiantato a Cagliari ormai dal 2002, dove mi sono laureato e dove attualmente lavoro come impiegato. Da sempre mi occupo di cultura e arte in genere attraverso l’associazionismo, nell’intento di creare spazi, virtuali e non, eventi e occasioni in genere, per la promozione degli artisti emergenti e, perché no? Anche per me stesso!

Ciao Eder, bentornato sulle pagine del nostro sito!

Ciao, è un piacere e un onore!

Ormai quasi due anni fa abbiamo collaborato per il libro Contus-I racconti del focolare. Cosa ti ha lasciato questa esperienza?

Contus è il primo lavoro letterario che posso definire completo. Prima avevo già scritto diversi racconti, e, durante la sua stesura, ancora lavoravo a due romanzi dei quali non riuscivo a intravedere la fine. Spesso cado vittima di una scomoda sensazione, quella di non riuscire mai a portare a termine ciò che comincio. Mi ritrovo quindi a rimproverarmi, vuoi per la mia proverbiale indolenza, vuoi per scarsa fiducia nei miei mezzi. Poi eccomi alle prese con quei personaggi della tradizione quartese che solo tu, che competi bene con me in quanto a follia, potevi andare a scovare. Ho dovuto cominciare da capo, prendendomi cura di loro, ho dovuto riplasmarli, crearne di nuovi e aggiungere dei piccoli aneddoti, spesso raccattati nella mia memoria, che dessero quel tocco in più di appetibilità al tutto. Un vero e proprio lavoro completo insomma. Quindi se mi chiedi quale sia il lascito di questa esperienza, oltre a tanti bei ricordi e al piacere di aver collaborato con te e con QT, rispondo che è stato un insegnamento. Ho imparato a portare a termine ciò che ho cominciato e a godermi l’emozione nel vederlo concluso, oltre a quella di poter tenere in mano un vero e proprio libro, completo e con il mio nome sopra. Non dimentichiamo che a te, oltre a quella della ricerca, è toccata tutta la parte scomoda di editing, e per questo non ti ho invidiato!

Il silenzio ci racconta tour

Eder, spesso ospite ai nostri tour guidati, mentre legge ai partecipanti alcune parti di Contus-I racconti del focolare

Quanto è importante il recupero della tradizione orale del passato?

Tu stesso, da storico dell’arte, mi insegni che è fondamentale. Credo che chiunque contempli la linea temporale sia posto davanti a parecchi rischi da scongiurare, due in particolare: dimenticare totalmente il passato in funzione del futuro e, viceversa, rimanere totalmente ancorati al passato precludendo al futuro ogni possibilità. Il passato è un condensato di esperienze, di errori e di meriti; custodisce una forte componente di esemplarità, capace di orientare le nostre azioni nel presente. Per questo deve essere raccontato e custodito come qualcosa di prezioso. Occorre però essere molto attenti, in primis perché orientare le azioni del presente non significa dirigerle, inoltre perché il rischio di rifugiarsi in ciò che era, per evitare di guardare a ciò che potrebbe essere, è sempre dietro l’angolo. Si racconta il passato per non ripeterne gli errori e per migliorarne i meriti. Prima le esperienze venivano tramandate per lo più oralmente, ora, con l’affermarsi della parola scritta e con l’avvento del digitale che ha dato loro nuovo vigore, è più che mai necessario trascriverle per evitare che si perdano tra le tante cose dette e mai ascoltate.

Intervista allo scrittore Eder Secci - Un piacevole ritorno

La prima presentazione di Contus-I racconti del focolare, dicembre 2018

Ma veniamo al presente. A quali progetti stai lavorando attualmente?

Diciamo che la cartella del mio PC che ho chiamato “sudate carte” custodisce una serie di bozze e progetti che attendono la luce. Ho completato il mio primo romanzo, Bentornato Guido, ma già sento il bisogno di rivederlo un po’ sulla base dei nuovi traguardi mentali raggiunti negli ultimi mesi. Dal 2016 lavoro a un romanzo distopico ambientato in un futuro indefinito, sotto un governo totalitario, dai tratti quasi ridicoli, e con una strana epidemia sullo sfondo, so che ricorda molto l’attualità, ma non c’è nessun intento profetico, eh! Ultimo ma non per importanza, La luce in fondo al pozzetto, la storia di Kopro lo scarafaggio, che sta uscendo a puntate sul sito di Radio Sardegna Web, emittente che tu conosci bene e con la quale collaboro da circa un anno come speaker. La radio mi ha offerto la possibilità di impiantare la mia rubrica Arredatori d’inferni sulla sua pagina.

Intervista allo scrittore Eder Secci - Un piacevole ritorno

La luce in fondo al pozzetto

Parlaci de La Luce in fondo al pozzetto!

È la storia di Kopro, un giovane esemplare di periplaneta americana, che poi non è altro che la comune blatta che infesta la gran parte delle città. Kopro un bel giorno si stanca dell’ambiente opprimente e sovraffollato della colonia in cui è nato e decide di cercare rifugio nell’unico posto dove nessuno lo avrebbe disturbato, lo spazio illuminato da un raggio di luce. Questi insetti sono per natura lucifughi, quindi la sua scelta crea scalpore, ma al contempo risveglia l’interesse di G, un misterioso vecchio che condurrà il giovane nel pieno di una discussione dialettica apparentemente bizzarra.

La luce in fondo al pozzetto

Omaggio a “Enigma di una giornata”, opera di De chirico, qui rivisitata per La luce in fondo al pozzetto. Illustrazione di Michele Marescutti

Cosa ha ispirato la scrittura de La Luce in fondo al pozzetto?

In realtà macinavo da tempo l’idea di scrivere qualcosa che riguardasse gli insetti, i loro comportamenti hanno delle particolarità che rimandano all’organizzazione umana, ma, per quanto ne sappiamo, non sembrano essere mediati dalla razionalità o dai sentimenti. Possono quindi fornirci, in un certo qual modo, un modello di organizzazione puro, scevro da tutte quelle sovrastrutture più o meno razionali, individuali e collettive, tipiche del genere umano. Inizialmente avevo in mente un gruppo di blatte che sognano le meraviglie della superficie e si organizzano per uscire, andando incontro a una fine catastrofica, poi l’attenzione si è spostata su un singolo individuo, e così è nato Kopro, e con lui G. l’elemento razionalizzante che sembra sobbarcarsi il compito di preparare il cammino del giovane verso la verità. Non posso negare che tutto ciò sia di chiara ispirazione filosofica, e lo dico con la paura di far torto a tanti grandi pensatori, eh! Dentro ci si può trovare un po’ di dialettica Socratica e Platonica. Inoltre il fatto che si parta da una fogna per la ricerca di qualcosa di così candido e puro come la verità mi fa pensare a Talete quando afferma che “tutto è pieno di dei”.

La luce in fondo al pozzetto di Eder Secci

Kopro a colloquio con G. Illustrazione di Michele Marescutti

Kopro è alla perenne ricerca della verità. Senza fare spoiler, pensi che la sua dimensione rispecchi quella dell’essere umano, a maggior ragione in questo periodo che induce a riflettere su noi stessi?

Ne sono pienamente convinto. Affidare a animali o insetti istanze tipicamente umane, pur non essendo  una novità, offre la possibilità di mettere in risalto concetti che nei racconti comuni difficilmente possono essere esaltati, specie in spazi così ridotti e senza il rischio di tediare il lettore. Una sorta di elegante paraculata insomma! La fogna e la ressa della colonia possono rappresentare la situazione attuale. Il fatto che questi insetti rifuggano normalmente la luce, mi ha fatto pensare alla scelta di parecchi individui di abbandonare la luce del sapere, che, credimi, a volte fa molta più paura dell’ignoranza, per trovare rifugio in un’oscurità che non impone, anzi addirittura sconsiglia, il pensiero autonomo. Tutto ciò in favore di un sapere preconfezionato, che di vero non ha neppure l’etichetta che pretende di attestarne la veridicità. Prendi la strampalata teoria dell’esistente nella quale crede il giovane Kopro: Non è un caso che valorizzi una cosa così bassa come gli escrementi, fino a portarli a elemento essenziale della creazione. Il paradosso che dovrebbe indurre a riflettere è che anche questa tesi può essere analizzata attraverso il metodo dialettico, mantenendo la stessa dignità di altri principi molto più elevati. A volte il metodo può essere quello giusto, ma se applicato a contenuti ingannevoli non può che indurre all’inganno. Non è un caso che la storia sia nata proprio in questo periodo particolare, a cui giustamente ti riferisci. Mai come ora la ressa della colonia si sta facendo pressante e un po’ di luce sarebbe davvero necessaria.

Di cosa ti sei cibato culturalmente negli ultimi due mesi?

La lettura mi ha fatto molta compagnia, principalmente romanzi, l’ultimo è stato Viaggio al termine della notte di Céline. Ho approfittato per chiudere i conti con parecchi libri cominciati e mai finiti, sempre per quella proverbiale attitudine a non finire ciò che inizio, naturalmente riprendendoli da capo! Inoltre mi sono preso cura del mio mai sopito interesse per la filosofia antica e la dialettica in sé, anche perché c’è un altro lavoro, in fase di costruzione, legato a più mandate con La Repubblica di Platone, sperando che non si rivolti nella tomba! Non è mancata la musica, ma questa non è una novità, e neppure i film. Ho inoltre cercato, forse per molti sbagliando, di tenermi a debita distanza dall’attualità e dalle sue fandonie mascherate da verità.

In questo periodo di quarantena I moderni mezzi tecnologici hanno permesso di fare cultura e divulgazione a distanza. Cosa pensi di questa pratica?

Credo che, come ogni cosa, anche la tecnologia possegga una natura poliedrica. Da un lato ci sono gli innegabili vantaggi, ad esempio in questo periodo abbiamo potuto mantenerci in contatto e mandare avanti, almeno in parte, i nostri rapporti individuali e professionali. A me personalmente ha permesso di tenermi costantemente in contatto con amici e parenti e di continuare la mia attività di Speaker per Radio Sardegna Web registrando le puntate ognuno da casa propria. Ma dall’altro lato però è innegabile che a fare le spese di questa evoluzione sono e saranno i rapporti diretti. Non sempre è un vantaggio scrivere o parlare attraverso dispositivi e schermi, c’è una componente nel faccia a faccia che non è sostituibile da nessun mezzo digitale, davanti agli altri è molto più difficile fingere di essere ciò che non si è. Il cosiddetto vivere civile ci ha imposto fin dai suoi albori di coltivare noi stessi come veri e propri avatar condannati a rappresentare ciò che siamo spesso costretti a essere per far fronte ai suoi meccanismi. Il digitale potrebbe acutizzare ancora di più questo fenomeno, rendendo impossibile qualcosa che già di per sé è difficile: comprendere la vera essenza di ognuno.

Intervista allo scrittore Eder Secci - Un piacevole ritorno

come nei migliori spot pubblicitari, Eder consiglia QT!

 

Come vedi la ripresa della cultura post-coronavirus?

Vedo una grossa e ripida salita. Per usare termini tanto cari al periodo attuale, la cultura può essere considerata come un paziente con parecchie patologie pregresse, e questa situazione, anche se magari non le sarà fatale, potrebbe indebolirla notevolmente. In questo momento non abbiamo più la possibilità di rappresentare pubblicamente ciò che facciamo, parecchi artisti hanno perso una componente di vitale importanza, il contatto con il pubblico; e non va dimenticato che ci sono molte persone che a questo settore hanno affidato l’intera esistenza, anche in materia di sostentamento. Lungi da me fare il complottista, ma non credo che il potere sia molto dispiaciuto del fatto che non si possa più manifestare pubblicamente. Voglio però darmi e dare una speranza, e immaginare nuovamente piazze, teatri e, perché no, anche bar e locali pieni di persone che non hanno paura di sfiorarsi, rivolgersi la parola e confrontarsi.

Vuoi citare o ringraziare qualcuno in particolare? Lo spazio è tutto tuo, vai a ruota libera!

Perché no? Dal momento che se c’è l’aiuto di qualcun altro ogni azione ha maggiori possibilità di riuscita, ringraziare, più che essere un dovere, è senz’altro il giusto tributo a chi ha creduto in te. Indubbiamente il primo grazie è per la famiglia di Radio Sardegna web che ha creduto fin da subito nel progetto, in particolar modo a Davide Martello, che mi ha aiutato in tutta la parte grafica e editoriale, ha creato la striscia illustrativa sul sito e ha contribuito alla nascita della rubrica Arredatori d’Inferni. Oltretutto può anche essere considerato il padrino di Kopro, devi sapere che inizialmente si chiamava Copro con la C, ed è sua l’idea della K. Credo gli conferisca un certo fascino anglosassone e allo stesso tempo classico. L’altro ringraziamento va a te, per esserti offerto fin da subito nel ruolo di illustratore e ovviamente per avermi ospitato qui, sulle pagine del tuo QT. I tuoi disegni sono sempre spettacolari e sono sicuro che contribuiscano tantissimo ad attrarre i lettori. L’ultimo ringraziamento è proprio per i lettori, non posso dire di avere un seguito da best-seller, ma sapere che ci sono un po’ di persone che aspettano l’uscita del giovedì è un ottima motivazione per continuare.

Rdiosardegnaweb

La luce in fondo al pozzetto è disponibile solo su Radiosardegnaweb.

Grazie Eder! Come sempre è stato un piacere!

Michele Marescutti


Se vuoi rimanere aggiornato sulla rubrica Arredatori d’inferno, all’interno della quale è contenuto La luce in fondo al pozzetto, clicca qui. Ogni giovedì un uovo episodio della storia di Kopro, la blatta alla perenne ricerca della verità.

Se invece vuoi recuperare i contus de forredda di Quartu, puoi trovarli tutti nella sezione CONTUS di questo sito; se invece vuoi acquistare il libro Contus-I racconti del focolare, puoi scriverci all’indirizzo e-mail info@quartourismo.com.

 

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