Le Interviste di QT – Federico Puggioni, fondatore di StockholMania Tours

Federico Puggioni, guida turistica e fondatore di StockholMania Tours.

In questa nuova intervista di QT voleremo fino a Stoccolma per incontrare Federico Puggioni, quartese doc e guida turistica, nonché fondatore di StockholMania Tours. Federico ci ha da subito conquistato per il suo entusiasmo e per la sua idea di turismo e scoperta del territorio, la stessa che portiamo avanti in Quartourismo. E chissà che questa comunione di idee non possa trasformarsi in qualcosa di più… Buona lettura!

Federico Puggioni, guida turistica e fondatore di StockholMania Tours.

Federico Puggioni, guida turistica e fondatore di StockholMania Tours.

Ciao Federico, benvenuto su Quartourismo! Raccontaci un po’ di te: cosa ti ha portato a Stoccolma e come è nata l’idea di sviluppare un progetto turistico?

Ciao e grazie davvero per l’ospitalità su Quartourismo! Vado subito al sodo: a Stoccolma mi ci ha portato l’amore! Tutto nasce durante i miei studi universitari a Bologna, quando ho cominciato a pensare che mi sarebbe piaciuto trascorrere un breve periodo di studio nel Nord Europa. Mi sono messo quindi alla ricerca di studenti di scambio, prevalentemente scandinavi, a cui chiedere le prime informazioni: tra questi, una ragazza di Stoccolma mi ha colpito in modo molto particolare. Bene, per farla breve, l’anno successivo mi sono trasferito in Svezia, a casa sua! E da lì non me ne sono più andato…

In realtà il fascino per questa terra mi ha richiamato da sempre, in modo del tutto inconscio: da quando, ancora bambino, sognavo di vedere la neve e rimanevo incantato dalle temperature invernali rigidissime di queste latitudini mostrate alla tv; o ancora da quando, senza apparente motivo, mi sono ritrovato a tifare per la Svezia durante i Mondiali di calcio del 1994 (ovviamente dopo l’Italia). O ancora da quando mio padre acquistò una Volvo di terza mano: la prima auto in assoluto che ho guidato qualche anno dopo.

Non credo molto nel destino, ma qualcosa, da qualche parte, probabilmente già era scritto. Anche il progetto turistico è nato un po’ casualmente. Quando mi sono trasferito qui non avevo ancora terminato la mia specializzazione a Bologna. In particolare, durante la stesura della mia tesi (ovviamente incentrata sulla Svezia) mi prendevo tante pause che dedicavo spesso a lunghe passeggiate in città: un modo per assecondare la mia passione per la storia dei luoghi e per la fotografia. Ecco che, con il tempo, mi è venuta una vera e propria esigenza di raccontare ciò che stavo scoprendo da queste parti: tutto si è tradotto prima in un blog e poi nella possibilità di frequentare un corso per diventare guida turistica. Come si suol dire, ho preso la palla al balzo: dopo qualche anno di gavetta con un’agenzia locale, spinto dalla ricerca di uno spazio di espressione maggiore, ho deciso di mettermi in proprio e fondare la mia piccola agenzia: StockholMania Tours.

Federico Puggioni, fondatore di StockholMania Tours.

Federico Puggioni, fondatore di StockholMania Tours.

Come è stato ambientarsi nel nord Europa? Sappiamo bene per esperienza che la nostalgia verso la Sardegna, quando si è lontani, si fa sentire…

Devo dire la verità: non ho avuto grossi problemi ad ambientarmi qui a Stoccolma. Credo che ci sia stata, e ci sia tuttora, un’ottima compatibilità tra il mio modo di essere e di pensare e quello svedese in generale, nel bene e nel male. Credo anche che ci siano tante similitudini tra sardi e svedesi. Una fra tutte: la riservatezza iniziale che si trasforma spesso in amicizia inscalfibile. Ciò non vuol dire che non ci siano state piccole difficoltà, o incomprensioni culturali: ma il fatto di avere una moglie svedese, e quindi una famiglia acquisita e delle amicizie autoctone, è stato senza dubbio di grande aiuto per me.

Nostalgia della Sardegna: qui si tocca il tasto dolente! Ebbene sì, è proprio così: la lontananza – quando si mischia con il forte senso di appartenenza – diventa davvero una brutta gatta da pelare. Ma c’è anche qui, come spesso succede, un risvolto positivo: ci si accorge di quello che si aveva quando lo si perde. È a quel punto che si comincia a (ri)apprezzare tante cose che in precedenza si davano per scontate. Può sembrare una frase fatta, o banale, ma per me è stato così. E in questi sedici anni di esilio volontario ho imparato ad amare la Sardegna con un amore diverso rispetto a quello che già nutrivo prima di andare via: un amore più ragionato, più consapevole ed a tratti più accondiscendente. Quindi la nostalgia, per me, è stata – ed è – soltanto propedeutica: mi permette di godere appieno della nostra fantastica terra quando ci torno.

Foto di gruppo con la guida turistica Federico Puggioni e, sullo sfondo, il Mar Baltico.

Foto con vista sul Baltico.

Parliamo di StockholMania Tours! L’agenzia propone “visite guidate alternative”. Cosa significa?

Non mi considero una guida turistica nel senso più classico del termine, ma più che altro una guida “per viaggiatori”: accanto alle informazioni fondamentali che chi si affida ad una guida si aspetta di ottenere, io aggiungo molto di mio. Mi piace, ad esempio, parlare della storia e società svedese in una chiave un po’ più specifica ed i miei studi in scienze politiche mi aiutano tanto in questo. Ma non può mancare nemmeno il riferimento costante all’Italia e alla mia esperienza personale di sardo/italiano in Svezia.

Mi piace poi far immergere i miei ospiti in un’esperienza fatta di scambio reciproco e confronto, in modo che la visita guidata diventi costruttiva ed istruttiva per tutti, me compreso: niente serie di date storiche o nomi recitati a memoria, ma ricerca di contestualizzazione e di filo logico. Per ultimo, adoro far conoscere agli altri angoli inusuali e itinerari particolari, introvabili nelle guide cartacee e sconosciuti molto spesso anche agli stessi indigeni.

Ecco, in questo modo di trasmettere il mio lavoro sta il mio essere alternativo.

Quali servizi propone, nello specifico, e quali sono i tour che vanno per la maggiore?

I tour che offro assieme ai miei collaboratori cercano di andare incontro alle più varie esigenze ed età dei partecipanti: ci rivolgiamo a famiglie e gruppi di amici, comitive organizzate, studenti. Ma abbiamo spesso avuto il privilegio di lavorare per gruppi più tecnici, se si può dire così, per cui abbiamo modellato dei tour ad hoc. Le visite guidate più richieste sono senza dubbio quelle più classiche: le passeggiate nei vari quartieri cittadini e le attrazioni principali, con in testa il Museo Vasa (che ospita un vascello da guerra originale del 1600, un unicum al mondo) o il Municipio (sede, tra le altre cose, dell’annuale Banchetto Nobel) o ancora la Reggia di Drottningholm, residenza privata del Re di Svezia in riva al Lago Mälaren.

Non mancano però richieste più specifiche: ad esempio il nostro tour tematico “Svedesi per un giorno”, che dà la possibilità di vivere la città come un residente e al contempo offre svariatissime informazioni su società, tradizioni e modi di vivere in Svezia, ha avuto un discreto numero di partecipanti da quando è stato inserito nella nostra offerta.

Foto di gruppo con la guida turistica Federico Puggioni nella terrazza del Municipio di Stoccolma.

Nella terrazza del Municipio.

La pandemia ha messo in ginocchio l’intera filiera turistica mondiale. Quali sono state a Stoccolma le conseguenze di quello che sembra essere un incubo non ancora concluso?

Nonostante la pandemia sia stata affrontata, in Svezia, adottando una strategia distinta rispetto alla maggior parte degli altri Paesi mondiali (nessun lockdown generalizzato e pochissime imposizioni da parte delle autorità), il turismo ha sofferto degli stessi mali che hanno afflitto un po’ tutti. Il numero di visitatori nel 2020 è ovviamente crollato drasticamente e ciò ha portato a nefaste conseguenze a tutto l’indotto, visibili anche e soprattutto nelle zone solitamente più frequentate dai turisti. Anche alcuni importanti musei si sono trovati impelagati nell’incubo della bancarotta. Al momento, però, sembra che gli scenari peggiori siano stati evitati.

Com’è cambiato il tuo lavoro durante quest’ultimo anno?

Il mio lavoro, in quest’ultimo anno, non è praticamente esistito. A parte qualche tour in estate e nei primi mesi autunnali, non ho potuto assolutamente esercitare. Ciò non mi ha impedito però di continuare a aggiornarmi e mettere le basi per qualche progetto futuro.

Crediamo molto nel concetto di “fare rete”. Spesso in Sardegna risulta particolarmente difficile, specie per chi fa turismo culturale come noi. Com’è la situazione a Stoccolma, da questo punto di vista?

Sono assolutamente in sintonia con voi: fare rete sarebbe un ottimo modo per crescere insieme e sviluppare nuove idee. Uso il condizionale perché, anche qui, il turismo viene spesso considerato come una macchina per fare soldi facili: si investe molto nella quantità, ma non altrettanto nella qualità. A discapito, altrettanto spesso, della cultura. Esistono sicuramente degli esempi virtuosi in questo senso, ma sono rivolti prevalentemente ad un pubblico svedese. Per noi, far emergere le potenzialità culturali del posto e cercare dei partner giusti per valorizzarle è una grande sfida. Ma ci stiamo proviamo costantemente!

Federico Puggioni e suo figlio

Padre e figlio: insegnando i trucchi del mestiere!

Progetti per il futuro?

Senza progetti, idee ed entusiasmo non si va avanti. Questa è la mia filosofia di vita e di lavoro. Il primo auspicio è ovviamente che si possa tornare alla normalità il prima possibile. Dopo di che mi piacerebbe ampliare la mia offerta ed includere nei miei tour dei temi che ancora sto studiando e sviluppando. Poi credo che, comunque vadano le cose, la pandemia avrà delle conseguenze di lungo termine ancora difficili da prevedere e valutare: detto in altre parole, credo che anche il nostro modo di viaggiare non sarà più quello a cui eravamo abituati. Ciò potrebbe aprire delle nuove possibilità di fare turismo e impresa.

Quartourismo ha tanta voglia di ripartire, in tutti i sensi! Ci piacerebbe spostarci in Italia e perché no, all’estero. Come vedresti una collaborazione con noi? Potrebbe essere un buon motivo per tornare in Sardegna, che ne dici?

Mi ricollego al discorso di “fare rete”: le collaborazioni basate su valori comuni e sulla lealtà sono delle possibilità di crescita incomparabili, da tanti punti di vista. Quindi sono assolutamente favorevole ad un eventuale discorso comune. E sì, potrebbe essere anche un ottimo motivo per tornare in Sardegna. Forse un po’ come ho già fatto qualche anno fa, quando ho organizzato un viaggio-studio a Cagliari per un gruppo di studenti di lingua italiana (di cui ero e sono insegnante).

Federico Puggioni in viaggio-studio a Cagliari.

Viaggio-studio a Cagliari.

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