La vecchia casa comunale-Una storia lunga un secolo pt. II

La vecchia casa comunale – Una storia lunga un secolo pt. II

Nel precedente articolo La vecchia casa comunale – Una storia lunga un secolo pt.I, abbiamo percorso a ritroso le vicende che portarono alla creazione di ambienti dedicati alle riunioni del Consiglio. Una necessità urgente per un paese in rapida espansione, che aveva urgente bisogno di una nuova casa comunale.

La vecchia casa comunale - verbale 1888

Verbale d’adunanza del 16 agosto 1888

Il nuovo locale comunale

Nel 1853 si deliberò di costruire una nuovo locale ancora più ampio, che comprendesse la caserma, la camera di sicurezza e l’ufficio mandamentale, tutto in blocco. La scelta ricadde su un complesso di costruzioni appartenenti al signor Antonio Nobilioni, situate in vico Cappuccini (oggi Via Roma-Via Caserma). Nel 1854, il re Vittorio Emanuele II firma il regio decreto approvando il progetto. La casa venne usata anche per la pretura e come caserma dei carabinieri.

Al 1870 si hanno notizie certe sul fatto che l’edificio fosse stato costruito secondo canoni precisi: l’inventario del 15 giugno dello stesso anno recita che la struttura è composta da “un corpo di case adibite ad uso Ufficio Comunale, Pretura, Caserma, Carcere Mandamentale“.

Vennero costruiti tre ambienti, nel primo dei quali venne sistemata la segreteria, nel secondo stavano gli impiegati e nel terzo ambiente si svolgevano le adunanze dei consiglieri.

Tutto bello e funzionale, tranne un particolare: mancava la stanza per il sindaco, che doveva condividere lo stesso spazio con il segretario. Un co-working ante litteram, si potrebbe dire.

Gli spazi, come si è ben capito, non erano sufficienti e allora si decise di collocare alcuni uffici presso l’ex convento dei Cappuccini, nel quale era stata collocata anche la scuola elementare maschile. Tuttavia, la parte più importante degli uffici rimaneva collocata in vico dei Cappuccini, che cambiò dunque nome in via Comunale.

Non sfugge alla regola la vecchia Strada Comunale (doc. 1866, oggi via Roma), così denominata – a scanso di equivoci – per la presenza della nuova sala comunale. Precedentemente via Convento (doc. 1796), per la presenza del convento dei frati Cappuccini in contrada Guventu.

Un nuovo capitolo della storia – Un testamento decisivo

Il 26 giugno 1878 venne registrato a Cagliari il testamento redatto due anni prima dal teologo Giuseppe Murgia, vicario di Sanluri. È qui che comincia un nuovo capitolo della nostra storia.

Il teologo Giuseppe Murgia

Il teologo Giuseppe Murgia

Il Murgia donò al comune di Quartu la sua casa posta in via Centrale n.40 (attuale via Eligio Porcu) a condizione che venisse usata come casa comunale o come scuola elementare femminile dopo la morte della sorella, della zia o della serva dello stesso vicario. Pose, inoltre, ulteriori condizioni:

Il Comune avrebbe inoltre dovuto ogni anno celebrare l’anniversario della sua morte, devolvendo in elemosina 25 lire al curato,che poteva eventualmente accendere un’ipoteca sull’edificio […] Il teologo Murgia dichiarava anche di possederenella Cassa di Risparmio di Cagliari, depositate nel suo libretto personale,quindicimila lire che dopo la morte della sorella, avrebbero dovuto essere ritirate dall’ordinario della Diocesie dai sindaci di Quartu Sant’Elena e Sanluri per pagare la retta del seminario, alternativamente a un quartese ed a un sanlurese.

Il lascito non poteva essere utilizzato per nessun altro scopo, neppure se fosse cessato di esistere il seminario di Cagliari. Il Consiglio Comunale deliberò e accettò il lascito. Un anno dopo arrivò l’autorizzazione di Re Umberto. Sette anni dopo, nel 1886, si presero gli accordi trai sindaci di Quartu e Sanluri per la formazione del posto nel Seminario. Così giungiamo al 1889, un anno cruciale anche per le vicende della casa comunale.

La vecchia casa comunale

La vecchia casa comunale

L’anno dell’Onda – L’alluvione del 1889

A rendere più difficile una situazione già di per sé con carattere di urgenza carattere ci si mise l’alluvione del 1889. Un anno nefasto, terribile, conosciuto dai quartesi come S’annu e s’unda (anno dell’onda). All’alba del 5 ottobre, un violento nubifragio si abbatté sul paese e sul campidano di Cagliari: forte vento, pioggia e un’eccezionale e pesantissima grandinata devastanò tutti i principali paesi della zona. A Quartu i danni furono enormi e registrarono, in breve tempo, ben 500 crolli di case, 2000 sfollati e la perdita di oltre il 90 per cento del raccolto.

La vecchia casa comunale - Una storia lunga un secolo pt. II

Alluvione del 5 ottobre 1889

Ma la tragedia umana fu quella più significativa: Il numero totale delle vittime fu di 25 persone. A Quartu rimasero sepolti sotto le loro abitazioni ben nove abitanti. Lo spettro del vaiolo, a causa delle precarie condizioni igieniche, aggravò una situazione già drammatica. Il ricordo di questa tragedia è affidata, oltre alle fonti scritte e alla memoria, alla targa posta sulla facciata della basilica di Sant’Elena.

S'annu e s'unda

Venne gravemente danneggiata anche la casa del teologo Murgia, ormai pronta a diventare la nuova casa comunale. L’ingegnere incaricato dei lavori, a causa dei danni riscontrati a seguito dell’alluvione, dichiarò che sarebbe stato meglio abbattere l’edificio per costruirne uno ex novo. Questo sarebbe stato più funzionale ai nuovi scopi e avrebbe compreso la stanza per il segretario, per il sindaco (questa volta sì), per l’usciere, per le adunanze, gli impiegati e, in un secondo momento, per l’archivio. Il tutto costruito in grande economia a causa delle scarse finanze del Comune. Ma non tutto andò come previsto.

Il colpo di scena

Come in ogni buona storia, il colpo di scena è sempre dietro l’angolo. Quando tutti i documenti per la nuova casa comunale furono pronti e mancava solo l’approvazione del Genio Civile, la Giunta bloccò la pratica. Che i fondi del bilancio fossero nel frattempo aumentati per permettere la ristrutturazione della casa del teologo Murgia non si sa con certezza, nonostante si fosse registrato un incremento di fondi, dalle 9000 lire del 1891 alle probabili 18.000 lire del 1895. Aumento giustificato probabilmente dagli ampliamenti previsti in precedenza.

La vecchia casa comunale-prospetti

I prospetti della nuova casa comunale di via Centrale

La nuova casa comunale dunque rimase con la sua facciata e struttura originale in via Centrale 49, con un solo ingresso principale, previsto per far fronte agli allagamenti cui la strada era interessata durante gli acquazzoni. Vennero progettati re scalini all’interno e quattro all’esterno per rialzare per evitare gli allagamenti e due uscite laterali per rendere indipendenti i vari uffici. Il 26 novembre 1895 è la data che sancisce la firma del processo verbale e nel quale si stabilisce che i lavori sarebbero stati da ultimare entro 180 giorni.

L’1 febbraio 1897 il Comune registrava nell’inventario dei suoni beni “una  casa Comunale situata nella via Centrale, al n.46, del valore di 26000 lire”. 

L’epilogo

Quartu si trasformò, nel giro di un secolo, da villaggio a città per poi diventare il terzo polo della Sardegna per numero di abitanti. Nel frattempo, però, la vecchia casa comunale è diventata un ricordo, demolita e sostituita dal moderno palazzo comunale.

Questo articolo serve anche per ricordare il passato della città, le trasformazioni urbanistiche e quelle sociali a cavallo degli ultimi due secoli. Nel bene e nel male.


Ogni lunedì, sulla nostra pagina Facebook e con l’hashtag #lunedivintage, una nuova storia dedicata al passato, decisamente a tinte bianche e nere.

Fonti:

  • Vicoli, strade, antiche contrade – Università della terza età di Quartu, JEI edizioni
  • Un archivio per la scuola – L’esperienza degli studenti di Quartu tra i documenti dell’archivio comunale – a cura di Anna Castellino e Linda Garavaglia

 

 

 

 

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