La chiesa di Santa Maria di Cepola, gioiello del centro storico

La chiesa di Santa Maria di Cepola, gioiello del centro storico

Alla periferia della villa sorge la chiesa della Vergine della Concezione, chiamata santa Maria de Cibudda (chiesa di Santa Maria di Cepola) per il vicinato che la circonda

Con questo appellativo veniva chiamata la chiesa di Santa Maria di Cepola in un documento del 1720 nel quale si parla della chiesa e delle sue rendite derivanti dal piccolo orticello annesso. Chiesa che venne popolarescamente chiamata S.Maria de Cibudda (cipolla), dalla deformazione di Cepola, nome del quale non si ricordava più il significato. Ma ciò che è arrivato a noi è, semplicemente, un luogo magico, unico museo della città e custode di quasi mille anni di storia.

Chiesa di Santa Maria di Cepola

Chiesa di Santa Maria di Cepola

Un luogo magico

Questa è la definizione ideale per la piccola chiesa di Santa Maria di Cepola. Oggi, come è stato per oltre mille anni, la chiesa sopravvive grazie all’amore. Oggi è una famiglia a prendersi cura di questa eccezionale testimonianza storico-artistica con il signor Raffaele Benone, custode delle chiesa, artefice di questa memoria che persiste e che ci permette di fare un vero e proprio viaggio nel passato. Da quasi sessant’anni, infatti, Raffaele si prende amorevolmente cura di tutto ciò che riguarda la chiesa: dal cortile che una volta ospitava i campicelli che permettevano il sostentamento necessario alla sopravvivenza, fino alla pulizia, manutenzione e salvaguardia generale dei numerosissimi reperti archeologici disseminati per il cortile, da lui stesso recuperati e salvati dall’indifferenza e dall’incuria generale.

Chiesa di Santa Maria di Cepola

Prospetto frontale -Alle spalle della chiesa, i ruderi della vecchia fabbrica di gazzose della famiglia Capra

Un po’ di storia

La chiesa di Santa Maria di Cepola, nel quartiere omonimo, ha una lunga storia le cui tracce possono essere fatte risalire all XI secolo, periodo in cui la circondava l’antico villaggio di Cepola. L’edificio, nonostante la sua storia travagliata fatta di miseria (viveva con il modestissimo reddito dell’orticello che la circondava) e incuria (rimase addirittura senza porta nel 1599), risultava essere un importante centro di culto della Vergine Maria. Sin dal 1689 era per i quartesi la “Iglesia della concepcion”.

Chiesa di Santa Maria di Cepola

…e un po’ di date utili

Nel 1089, la chiesa di Santa Maria di Cepola figura tra gli edifici religiosi che il giudice di Cagliari Costantino donò a Riccardo, abate di San Vittore. Nel 1119 L’arcivescovo di Cagliari Guglielmo, dopo aver consacrato la Basilica del S.Saturno agli apostoli Pietro e Paolo ed al martire S. Vittore , riconferma all’abate Rodolfo il possesso del  San Saturno e delle sue pertinenze, tra le quali vi era compresa  la Chiesa di S.Maria di Sebollu. Il 22 agosto 1218 è un’altra data importante: a questa risale infatti la lettera di Papa Onorio III che fornisce l’ultima testimonianza che documentata dell’appartenenza ai Vittorini. Dai documento dell’ordine, tuttavia, non emerge quando l’edificio abbia cessato di appartenere all’ordine marsigliese.

affreschi sul lato destro dell’unica navata

Lo stile

Chiesa di probabile impianto bizantino, negli anni ha subito numerosi rimaneggiamenti che ne hanno cambiato completamente la fisionomia e, di conseguenza, la  lettura stilistica. Tutt’ora risulta poco visibile a causa dell’inglobamento delle mura laterali negli edifici circostanti del quartiere. Esternamente, la facciata che dà sulla via omonima è l’unica parte visibile dell’edificio. La stessa, è in muratura a sacco coperta d’intonaco e presenta un terminale piatto coronato da merli dentati secondo un uso gotico catalano affermatosi nell’Isola nel XV secolo e protrattosi fino al XVII secolo. Il campanile è del tipo detto “a vela” ad una sola luce dall’arco a tutto sesto e la finestrella in asse con la porta, sono entrambe di recente realizzazione.

Terminale piatto con campanile a vela

Scavi occasionali hanno rivelato nella chiesa di Santa Maria di Cepola la presenza di strutture architettoniche tardo antiche. Tardo romani sono il capitelli corinzio e due frammenti di colonna situati presso il cancello che immette nel sagrato, che è tutto ciò che rimane dei campicelli appartenenti alla chiesa fino al Settecento. Presenti, inoltre, tracce di pitture parietali di probabile epoca bizantina su entrambe le pareti della navata . Nel cortile sono custoditi altri reperti archeologici di varia provenienza.

L’interno

Internamente, la chiesa di Santa Maria di Cepola si presenta con un’unica navata conclusa ad oriente da un’absidiola semicircolare mentre l’abside, voltato a semicatino, presenta una monofora incavata verso l’interno. L’altare è sistemato nella zona presbiteriale rialzata da due gradini.

Interno della chiesa di Santa Maria

La copertura, cosiddetta a capriate lignee, chiude la volta. Questo tipo di caratteristica copertura è riscontrabile in altre chiese di impianto romanico della Sardegna e, nello specifico, nelle chiese campestri.

Gli arredi della chiesa

All’interno della chiesa di Santa Maria di Cepola sono presenti arredi di varie epoche:

  • Tela raffigurante l’Immacolata tardo settecentesca
  • Simulacro in legno ottocentesco scolpito e policromato raffigurante Maria Vergine
  • Simulacro ligneo di Santo Stefano e Santa Anastasia
  • Acquasantiera del XVII secolo raffigurante una testa umana posizionata presso la porta della sacrestia
Chiesa di Santa Maria di Cepola

Chiesa di Santa Maria di Cepola

La chiesa di Santa Maria di Cepola resiste grazie all’amore di chi oggi se ne prende cura, è amata dalla popolazione che in lei vede e riconosce le proprie origini. Perché pare, che proprio dal rione Cepola, tutto ebbe inizio.

Il turismo come esperienza emotiva

Una foto  ricordo del primo Contus e Istoria tour


La chiesa di Santa Maria è inserita periodicamente all’interno dei nostri tour guidati. Scoprili tutti nella sezione I NOSTRI TOUR del sito.

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Fonte: Ida Farci-Quartu Sant’Elena-Arte religiosa dal Medioevo al Novecento

Foto della gallery: Riccardo Acciaro per Quartourismo https://www.instagram.com/riccardoacciaro/?hl=it

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